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inVIPerito: Yari Gugliucci

Con questa intervista, inauguriamo una rubrica in cui daremo voce a personaggi noti, VIP, chiedendo loro cosa li inVIPerisce di più, sia dal punto di vista privato che da quello sociale e pubblico.

E’ un fiume in piena Yari Gugliucci, quando parla delle sue passioni come abbiamo fatto in una telefonata che sembrava una chiacchierata tra vecchi amici. Si, perchè parlando con lui, si capisce che a muoverlo è la passione, non separata però dalla preparazione.

Attore salernitano con alle spalle numerosi film e fiction, il The Guardian ha definito il suo viso una “period face”, un volto d’epoca.
Mario Monicelli gli disse “sei nato in un periodo sbagliato”.
Per affrontare subito il tema di questa rubrica, della persona/personaggio noto inVIPerito da qualcosa, possiamo pensare che una cosa che lo abbia fatto inviperire sia stata l’affermazione che con la cultura non si mangia.
Di idea completamente opposta, Yari esprime infatti il suo pensiero nell’originale presentazione prevista per sabato 20 dicembre dalle 12.00 alle 14.00 a Roma in Piazza Campo dei fiori, dove, accanto alla statua di Giordano Bruno, la cultura del libro ed il cibo si accosteranno all’insegna del motto “con la cultura se magna”.
Yari Gugliucci è dunque profondamente calato nella sua epoca e lo racconta, oggi, nel suo secondo libro, quel “Secondo Billy Sacramento”, edito da Iuppiter, che sarà al centro proprio di questo “Sacramento Market Show” sabato a Roma.
La laurea in sociologia, i viaggi, l’amore per la letteratura e le capacità interpretative sono i quattro punti cardine che fanno di Yari un personaggio eclettico che, intelligentemente “ma non in maniera calcolata”, ci tiene a precisare, riesce a passare dalle tavole del palcoscenico alle aule dell’università, alle pagine di un libro raccontando il suo vissuto, che poi è anche il nostro.
Gli chiediamo come abbia vissuto il salto dalla provincia ad Hollywood (ha recitato accanto a Michelle Pfeiffer) e la sua risposta è quella di una persona affamata di esperienze.
“Sono stato fortunato perchè ho vinto la green card, che mi consente di entrare ed uscire liberamente dagli Stati Uniti. Quando ho incontrato Denzel Washington, mi disse che questo era già un segno del mio destino”.
Ed in effetti l’esperienza americana lo ha segnato perchè gli ha consentito di vedere gli USA con gli occhi di un europeo e di evidenziarne le contraddizioni nel suo primo libro: Billy Sacramento.
“Negli States”, racconta, “ho vissuto tante esperienze al di là del fare provini o del lavorare nel cinema e nello spettacolo ed ho creato una rete di rapporti inter-lavorativi che mi ha condotto a conoscere molte sfaccettature di quella società, che ho poi raccontato”.
Yari ama dire che il suo Secondo Billy Sacramento è stato quasi obbligato a scriverlo ma obbligato da chi? “Dai miei amici, che pensavano che fosse un peccato tenere solo per me e per le persone che mi frequentano aneddoti ed il racconto di alcuni episodi che mi sono capitati e che hanno del comico e del surreale”.

Attore, scrittore, ma cosa vuol fare da grande Yari, gli chiediamo. “In realtà spero di non diventare mai grande”, confessa, “un po’ come Peter Pan che si diverte quando il divertimento semplicemente “succede””. Il messaggio dei due Billy Sacramento infatti è il riflesso di una società dove tutto è troppo programmato ed i rapporti per niente spontanei. “Quello che ci manca”, dice Yari, “è la possibilità di condividere esperienze, quando se ne ha voglia, con le persone che sentiamo affini”.
La nausea e il senso di solitudine a cui si riferisce è quello da cui tenta di fuggire il Secondo Billy Sacramento nei suoi bagni di folla nei mercatini, nei concerti, nella fila di un bar: il bisogno di non staccarsi dal rapporto umano. Billy Sacramento è un anonimo che cercando di perdersi nella folla cerca di ritrovare l’umanità ed il suo abbraccio.
Yari Gugliucci però non è un anonimo anzi è un vip, una persona nota, che vive la notorietà come? “Con grande semplicità, l’umiltà è il mio segno”.
Ma da personaggio noto, cosa ti fa inVIPerire?
“L’improvvisazione, senza dubbio. Invidio quelli che (hanno la faccia tosta – NdR) di dire qualsiasi cosa, invidio il loro coraggio”, è ironico Yari, “forse perchè io, prima di dire qualcosa, ci penso mille volte”.
“Poi mi danno fastidio”, continua, “tutti quelli che vanno nei tao show a parlare delle loro vite private. Non sopporto le persone che si commuovono in tv”.
E sembra davvero inVIPerito Yari, quando pensa al la fastidio “di chi parla al cellulare ad alta voce nel treno”.
E riguardo ai temi di attualità? “La cosa che mi da più fastidio in questo momento”, ci dice dopo averci pensato un pochino, “è questa frenesia ipocrita nel capire come risolvere i problemi economici in Italia e nel mondo senza dirci quali saranno i veri compromessi per farlo”.

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