Comunicatore esperto, presenza fissa ne L’Arena di Massimo Giletti su Rai 1, Klaus Davi è anche giornalista attento all’attualità.
Riceverà il premio Penisola Sorrentina il prossimo 29 ottobre per il format televisivo “Gli Intoccabili”, da lui ideato e condotto ed ora in onda sull’emittente calabrese laC www.lactv.it. Intanto discute con l’emittente campana Canale 21 per una possibile sinergia sul tema del format che è la criminalità organizzata.
Il format, per il quale Davi ha già ricevuto altri riconoscimenti come Muse 2016, il Premio Internazionale Antimafia Livatino-Saetta e Pacchero d’Oro 2016, è infatti un viaggio attraverso il fenomeno della ‘ndrangheta, “una realtà ancora poco esplorata”, ci dice. “Mentre della camorra si è molto scritto, pensiamo all’opera di Saviano”, continua Davi, “la ‘ndrangheta è un universo criminale che è stato poco raccontato perchè i suoi esponenti, rispetto ai camorristi, non si ricoprono di tatuaggi, non si fanno vedere, prediligono il basso profilo, quasi non esistono a Reggio Calabria. Non si vedono ma ci sono. Sembrano voler dire “non vogliamo confonderci con camorristi” anche se poi lavorano con loro”.
Per questo format, Klaus Davi oltre che encomi, ha ricevuto anche minacce ed una vera e propria aggressione ma vuole andare avanti “che facciamo? stiamo zitti? faremmo il loro gioco”, commenta.
E allora la nostra domanda “cosa la inVIPerisce?” nella vita sia personale che pubblica, diventa l’occasione per capire meglio anche questa “avventura” de Gli Intoccabili.
“Mi inviperisce l’avere accanto una persona apatica, non stimolante e che non si entusiasma, questo per quanto riguarda la mia vita privata”, ci risponde.
“A 51 anni sono ancora una persona entusiasta, in questo sono molto campano”, sorride. “Mi entusiasmo nell’incontrare persone nuove e diverse, nel visitare una mostra ed ho quindi bisogno di una persona che sia curiosa, anch’essa entusiasta. Una persona spenta ed apatica mi rende addirittura aggressivo, mi inviperisce, appunto. E’ così anche nel lavoro”.
Infatti Klaus Davi dal suo entusiasmo e dalla sia curiosità ha tratto spunto per questo nuovo format televisivo, la cui seconda puntata andrà in onda il 29 ottobre in prima serata da Secondigliano con una puntata sui rapporti tra camorra e ‘ndrangheta e su quanto di positivo è stato fatto da istituzioni e associazioni per riqualificare i quartieri ad alto rischio di infiltrazioni camorristiche nel napoletano.
“Sono una persona senza pregiudizi, non potrei averne sia per l’entusiasmo che mi è proprio sia per il lavoro che faccio. Per questo”, spiega Davi, “mi sto occupando di criminalità. Voglio capire dove va la società. Voglio raccontare il mondo della ‘ndrangheta guardando in faccia e parlando con gli affiliati. Gli ho scritto, per capire il loro mondo, i loro perchè e mi hanno risposto. E’ un lavoro stimolante e di verità”.
E tornando alla domanda di partenza di questa intervista, cosa inviperisce Klaus Davi pensando alla società e all’attualità, la risposta è, quasi obbligatoriamente: “l’ipocrisia, la falsità, specie dei politici. Mentono, spudoratamente e pretendono di darci lezioni. Forse questo mi inviperisce perchè, al contrario loro, sono una persona molto diretta, razionale, sincera, questo è un aspetto direi “nordico” della mia personalità ma la mia creatività ed anche reattività all’emozioni manifesta anche una componente direi “meridionale” di impulsività che, l’altra sera, ad esempio, vedendo un politico in tv dire le solite frasi ipocrite, mi ha fatto scagliare un bicchiere contro il tv!”.