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Fenomenologia del De Luca

De Luca: un cognome, un perché. Il cognome – De Luca, appunto – è il comune denominatore di due amministratori locali che si sono fatti conoscere per la veemenza delle loro affermazioni e l’originalità di alcune esternazioni. Più che mai in questo periodo di emergenza da Covid-19.

Il primo, il veterano dei De Luca, è Vincenzo De Luca, Governatore della Regione Campania, già Sindaco della città di Salerno per molti mandati. Proprio la città di Salerno è stato il primo palcoscenico dove Vincenzo, come molti salernitani chiamavano il Primo Cittadino, ha praticato e perfezionato il suo stile ficcante ed eloquente, infarcito di battute ed espressioni originali divulgate settimanalmente dalla “tv di Stato”, l’emittente locale Lira TV.

Indimenticabile, per i suoi concittadini almeno, la denuncia del mal costume di alcuni di non rispettare le regole della raccolta differenziata ironizzando sulla “colpevole” che, ripresa da una videocamera di sorveglianza, fu rea, inoltre, di indossare un perizoma in bella vista. Ugualmente memorabili sono le sue scorribande per disperdere i vu cumprà assiepati sul Lungomare cittadino, che gli guadagnarono l’appellativo di “sceriffo”.

 

Un personaggio, di un certo spessore politico, non va dimenticato comunque, che tra una sceriffata e l’altra, ha governato la città amato dai più e che è a tal punto personaggio da essere stato notato dal bravissimo Crozza, che lo imita magistralmente. Lo imita talmente bene, ne ripete gesti, tic e ne coglie sfumature anche legate al territorio in cui il De Luca si muove, che, talvolta, è difficile capire quale dei due sia l’originale. Siamo sicuri che l’originale, nel vedere il suo emulo, si diverta almeno quanto Crozza stesso.

Talmente comunicativo, da ispirare migliaia di meme virtuali che sul web e sulle chat lo ritraggono come Robocop

o altri supereroi, talmente personaggio da essere trasformato in un muppet, una marionetta che, attraverso il canale youtube TuMiTubi, fa il verso alle sue campagne per l’ordine civico, per il decoro e per il principato/primato della “sua” Salerno, quasi novello San Matteo (per chi non fosse di Salerno e non lo sapesse – San Matteo è il Santo Patrono della città, il cui motto è: “Salerno è mia e io la difendo” – NdR), mosso dalla sacra missione di salvare la sua città di adozione, in cui amerebbe essere tumulato, “il più tardi possibile”, direbbe De Luca con il suo sorrisino beffardo, nella piazza del da lui tanto voluto, mastodontico Crescent.

In epoca di Coronavirus, il De Luca Vincenzo continua a dare voce, dal web e dagli schermi della tv locale, a tutto il suo disappunto per le ingiuste ripartizioni di materiale sanitario e per i concittadini, campani ormai, non più solo salernitani, che non si rassegnano a rispettare le (da lui rese ancor più) rigide disposizioni di distanziamento sociale. E lo fa nel suo modo colorito ma comprensibile a tutti, fino ad arrivare a raggiungere poco-di-meno-che Naomi Campbell con il filmato in cui avverte che “se qualcuno volesse preparare la festa di laurea, noi manderemo i Carabinieri con il LANCIAFIAMME”, con tanto di condivisione del post da parte della pantera nera delle passerelle della moda che aggiunge “Listen America, Listen!” plaudendo al pugno duro del Presidente (della Regione Campania) verso quelli che non capiscono l’importanza delle misure per il contenimento del contagio. Migliaia di like e di condivisioni, notorietà alle stelle.

All’improvviso, per la serie “piccoli De Luca crescono”, l’epidemia da Coronavirus ha dato voce anche ad un altro De Luca, di nome Cateno, Sindaco di Messina, che con modi ed espressioni, verbali e facciali, simili al De Luca originale, ha denunciato le difficoltà della gestione dell’emergenza per chi, come lui, si trova in una frontiera quale lo stretto di Messina, stretto, appunto, tra la burocrazia dei DPCM e delle versioni da collezione dei moduli di autocertificazione e l’assurdità di dover gestire da solo qualcosa di molto più grande di lui.

Ebbene, anche al De Luca Cateno, la spontaneità e la vis oratoria sono valsi gli onori delle cronache, insieme all’appellativo di “Scateno” e ad una denuncia da parte della Ministra degli Interni ma se l’originalità dell’eloquio, serve, in un caso come nell’altro, a raggiungere il risultato, perché dare torto a questi due amministratori che sembrano godere del sostegno dei cittadini che amministrano? Il fine giustifica i mezzi, diceva un tizio, tal Machiavelli.

 

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