Qualcuno se lo ricorda? E’ questa la domanda di una generazione che spesso ha cominciato senza la TV, con la malinconia di un periodo segnato da sessantottarde profezie, tutte verificatesi nella catarsi dell’incoerenza e incomprensibilità del sistema Italia. Tant’è, per ora accontentiamoci dei sentimenti che i ricordi ancora ci rinnovano e con l’eccitazione di un roboante “io c’ero!”.

Di cosa sto parlando? Molto banalmente di una serie televisiva, che mamma RAI, quando non esistevano solo i “derivati” televisivi, per assonanza del lessico finanziario, faceva, come si dice, cose semplici ma belle: “I SOPRAVVISSUTI”, serie inglese addirittura del 1975, che fa oggi (come fantasia e suggestione)impallidire le varie e ben più tarde letterature profetiche sull’epidemia mondiale degli anni 2000. Lo fa, in più, con il privilegio dell’età e forse del primato temporale. Qualcuno brizzolato ricorda di averla vista, bambino, in televisione: una disastrosa epidemia mondiale, sfuggita ad un laboratorio cinese (!), accoppa buona parte dell’umanità e i protagonisti si trovano a dover far fronte alla sopravvivenza e inventarsi di ripartire da zero. Gli interrogativi e le ansie del telefilm dovrebbero porci ancor oggi qualche domanda: quanti di noi saprebbero accendere un fuoco, difendersi nel procacciarsi il cibo con tutti gli interrogativi morali del caso? saremmo in grado di ricostruire le conoscenze tecniche per l’allevamento, per la medicina e le scienze ma anche per tante altre “piccole” cose come il produrre tessuti per vestirci? Saremmo in grado di salvaguardare “i fondamentai” della società, minacciati dal caos e dalla morte? Forse faremmo la fine di Troisi e Benigni che non riescono neppure costruire il sifone del WC… voi ci riuscireste? Buona visione.