Torna a Salerno, nella Galleria di Paola Verrengia con cui aveva avuto un legame speciale, una mostra di e per Ugo Marano, dal titolo Insieme / Insiemi, che sarà inaugurata domenica 26 maggio 2024 alle ore 11:30.
Scomparso prematuramente nel 2011, Marano è stato fortemente legato al suo territorio d’origine – luoghi d’elezione erano per lui Capriglia e Cetara – proiettato tuttavia ben oltre i confini nazionali ed internazionali, con opere presentate, negli anni, in importanti musei italiani ed europei dove l’artista ha proposto sempre opere in cui si fondono e confondono tradizione materica e innovazione formale. Per Ugo Marano infatti il recupero della tradizione avviene soprattutto attraverso materiali quali il ferro, il legno, il mosaico e in particolare la ceramica della costiera amalfitana: si autodefiniva «orgoglioso vasaio di Cetara».
Il legame della Galleria Paola Verrengia e di Nunzio Vitale con l’artista è di antica memoria e di lunga amicizia progettuale: in mostra è possibile difatti percepire non solo la ricerca e la sperimentazione di una figura che ha sempre rivolto lo sguardo verso un orizzonte di pensiero filosofico, luogo di riflessione dove organico e inorganico si incontrano per stringere un patto segreto e lungimirante con le cose, ma anche una certa familiarità, dettata anche e soprattutto dal puntuale progetto espositivo pensato da Nunzio Vitale che asseconda il pensiero di Marano: “ho voluto creare un recinto di linee per la costruzione della rappresentazione delle piccole Sedie di Terracotta, pensate per disegnare una piazza” puntualizza Vitale. “Linee oblique, sottili, che con diverse inclinazioni disegnano la parete, diventano linee espositive, provocando una forma di disagio nello spettatore, sollecitano il suo orientamento percettivo, il suo processo cognitivo. Alcuni altri raggruppamenti sono per le strutture elementari polimateriche dei Tavoli, per le figure dei Piatti”.
Questa nuova esposizione organizzata negli spazi della Galleria Paola Verrengia “è un prezioso e asciutto lavoro di scavo in alcuni nuclei dell’ampio percorso ideologico e intellettuale messo in campo da Ugo Marano sin dal 1966”, avvisa Antonello Tolve. “Nei vari lavori proposti oggi in mostra si coglie” il pensiero di un artista che ha sempre messo “sotto scacco la monotonia del quotidiano per dar luogo a oggetti e progetti provocatori, a teorie utopiche, a tensioni e sensi multipli, a rotture oltre le quali percepire un’immaginazione materiale e reale che reclama un linguaggio non vincolato a valori di verità ma di realtà”.
Nel testo di Stefania Zuliani, Paesaggi per l’uomo nuovo, viene tratteggiato inoltre un altro importante aspetto: “ogni parola, segno, azione che l’artista ha nel corso dei suoi infaticabili anni realizzato ha avuto lo scopo di mettere in movimento il paesaggio, domestico o ambientale, è stato un sasso gettato nell’acqua per suscitare onde […]” intese come “linee aperte che tracciano direzioni, che indicano percorsi di scoperta e di trasformazione”.
La mostra è il risultato di varie sinergie e contributi, nell’intento di riaccendere la luce sulla vita e sulle opere di uno degli artisti/designer più fecondi ed eclettici del nostro tempo. Un particolare ringraziamento va alla famiglia Marano e alla moglie Stefania.