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L’impresa di fare impresa. Se ne è parlato a Salerno Letteratura Festival

Nell’ambito dello spazio in collaborazione con Confindustria Salerno e del Premio Letteratura d’ Impresa promosso da Festival Citta’ Impresa-ItalyPost.

”Letteratura per immagini”, è una delle definizioni che vengono date al cinema, perché, allora, non aspettarsi dal mondo dell’impresa una “letteratura per energie”, dove spinta, attitudine, impegno e fiducia diventano tutti elementi di quegli “sguardi sul mondo attuale” che Salerno Letteraturaci propone, nella omonima sezione dei diffusi incontri della stimolante e specialissima rassegna? Appunto, ieri, nell’accoglienza del Museo Diocesano di Salerno, sotto la dimensione opportuna del tema dominante del Festival, ovvero quello delle “domande giuste”, prendendo a icona Franz Kafka, hanno svolto il ruolo di stakeholder quattro interlocutori di primo piano per la comunicazione d’impresa: il moderatore Nicola Saldutti, uno dei pilastri del giornalismo economico per il Corriere della Sera, Antonio Ferraioli, Presidente della locale Confindustria, Andrea Prete, Presidente salernitano di CCIAA e Unioncamere e last but not least, il sempre efficace e notissimo Vincenzo Boccia, già Presidente di Confindustria e attualmente della Luiss School of Government. La “domanda giusta” che ha animato l’incontro è stata la “nuova narrazione” del sistema imprenditoriale e soprattutto dei valori d’impresa, in un contesto di complesso e rapido divenire, dove problematiche spesso difficili da conciliare, sostenibilità, produzione e green, margine di profitto, coesione sociale e mercato, spese e diritti dei lavoratori, skills disponibili e mismatch tra profili professionali cercati e proposti, aggiornamento continuo e “crescita culturale” dell’intero sistema paese ed europeo, coinvolgimento dei giovani nella prospettiva di impresa e lavoro, sono state evidenziate alla ricerca di un ruolo e di un significato dell’idea nonchè delle prospettive di sviluppo. Non si è negata la difficoltà dell’impresa oggi, dell’atavica latitanza della politica, di un certo ritardo nell’idea e nella cultura di sviluppo e della diversità attuale del mercato, rispetto a tempi anche recenti, anche a livello sovranazionale ma lo si è rappresentato con sguardo ottimistico, rivolto alle risposte e all’iniziativa. Così si è esaltato il compito dei corpi intermedi di mediazione, rappresentanza e incontro, come Confindustria e Camere di Commercio e nell’auspicio della costruzione di un’etica condivisa alla ricerca di un’identità che consenta di costruire, proporre e afferrare un nuovo futuro. Questo nello spirito del mai troppo citato Luigi Einaudi, come ha fatto cenno Nicola Saldutti, ma fortemente nella proposta di valorizzazione della rappresentanza quale strumento di sintesi tra esigenze ed interessi, ma ancor più del concetto di impresa coesiva, che Vincenzo Boccia, supportato da Andrea Prete e Antonio Ferraioli, giustamente sottolinea come fondamentale anche come approccio politico-culturale: superare l’idea di una competitività basata sul profitto del breve periodo e invece valorizzare approcci non meramente speculativi che mirino a importanti risultati sul lungo periodo e divengano fattori più generali di crescita e sviluppo, a vantaggio anche del futuro del sistema nel suo complesso e così dell’impresa stessa. Proprio per favorire il sostegno a queste tematiche, con lo scopo di promuovere questa nuova ricerca di identità, questa “nuova narrazione”, Nicola Saldutti, nel quadro del Festival Città Impresa-ItalyPost ha poi proseguito, dialogando con Simona Baldelli (autrice de “Il pozzo delle bambole”, racconto di fabbrica, lotte e presa di coscienza al femminile) e Sebastiano Mondadori (“Riscrivendo la storia di Alberto Mondadori”, storia di tormenti, sogni e anelito di  successi nell’impresa editoriale).

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